Pittura portata ai limiti della pittura. Scrittura al margine della scrittura. Stampa che non è una stampa. Nell'incertezza tra orlo ed estenuazione, tra stravolgimento e dissoluzione, Luciano De Nicolo corrode pratiche e significati sospendendone l'ovvietà e la cogenza, neutralizzando la presenza in un rinvio a rinvii, nel segno di un disegno. È al fare arte che si allude. Nell'autoreferenzialità di un fine che esclude ogni subordinazione strumentale, questo prodotto parla di se come di ciò che per eccellenza parla d'altro, d'un altro tanto essenziale quanto sfuggente, tanto radicale quanto indeterminabile. Lo svuotamento consuma dall'interno la densità e lo spessore dell'opera, trasformandola in un simulacro minimalista, cenotafio del visibile. Come la filosofia, anche l'arte vive della sua morte. Si può continuare a praticarla solo a condizione di alterarne il senso.
2001
Corrado Castellani